Simone Casini, Assistant Professor, Department of Language Studies, University of Toronto Mississauga, ricorda Tullio De Mauro con due stralci:
Pedagogia della creatività linguistica, 1971: 24-26
In un convegno nazionale del CIDI ormai remoto (il XIX) mi è già capitato di citare una vecchia espressione napoletana: “ ‘pparole ‘e ssape, ma nun ‘e ssape accucchià”. Volta in italiano essa significa più o meno, “le parole le sa, ma non le sa utilizzare appropriatamente”, e, come spiega un vecchio dizionario, “dicesi di chi, atto a trattar parlando d’una materia, si rivela inetto a dar pari saggio di sé nelle pratiche esperienze a tal materia relative”.
Già altri hanno osservato che i nostri sistemi scolastici, non solo il nostro italiano, concentrano il più e il meglio dei loro sforzi sull’insegnare ‘e pparole e lasciano in ombra l’insegnare o meglio il fare esperire quanto è necessario ad accucchiarle. Ciò è profondamente sbagliato ed è probabilmente uno dei motivi maggiori di disaffezione alla scuola.
Minima Scholaria, 2001: 9