IL GISCEL TUTTO, CON LA PENNA DI ALBERTO SOBRERO,
RICORDA TULLIO DE MAURO NEL QUARTO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE.
5 gennaio 2021
Sono passati quattro anni. Un nulla, ma anche un’eternità. Sembra che il tempo si sia fermato, bloccato nel momento in cui in tanti abbiamo rivissuto in pochi attimi una vita intera, abbiamo ricostruito con la guida di Tullio un capitolo insieme epico e drammatico della nostra storia, ci siamo resi conto di quanto ciascuno di noi ma anche tutti insieme, anche l’Italia tutta, gli deve. Ci siamo fermati sbigottiti alla domanda più spontanea ma anche più difficile: e adesso?
La risposta, come sempre accade, è arrivata tempo dopo, imprevista e diversa da quelle che avevamo ipotizzato. Anche questa pagina fa parte della risposta, ed è diversa dalla pagina commemorativa che avremmo previsto in tempi ‘normali’. Sono successe tante cose, sono cambiati forse per sempre tanti scenari, tanti intrecci che sembravano eterni e immutabili, e nuovi problemi gravi, nuove prospettive nebulose ma pressanti ricondizionano le nostre vite.
Valori centrali nell’etica di De Mauro hanno improvvisamente assunto una visibilità e una centralità assolute, forse in tutto il mondo. Tullio ci aveva insegnato ad apprezzare, anzi ad amare, il silenzioso ma tenace, immane lavoro di milioni di insegnanti impegnati in Italia nella più colossale opera di alfabetizzazione dell’età moderna; il coronavirus ci ha insegnato ad estendere lo stesso apprezzamento all’impegno di riconversione di altri insegnanti a un ‘mestiere’ nuovo, senza la minima preparazione specifica e con pochi (o pochissimi) strumenti: una lotta a mani nude, che spesso ha avuto risultati superiori alle attese; e ci ha insegnato che anche in questa
disperata battaglia in campo ignoto (l’Italia è agli ultimi posti per dotazione e
competenze informatiche) veri eroi sono anche i ragazzi, spesso più seri e responsabili
(e anche più competenti, ma questo è un altro discorso) degli adulti. E ci ha insegnato
che un solco immenso divide i decisori (in pratica, i politici al potere) dagli operatori
della scuola, e i politici ‘alti’ da quelli ‘bassi’.
Insomma, grazie a quello che ci ha insegnato questo per molti versi disgraziatissimo
2020, la ‘scoperta’ della centralità della scuola e la visione della scuola come snodo
centrale del sistema Italia, come carta decisiva da giocare per il presente e il futuro,
all’interno di una prospettiva non di resilienza ma di sviluppo, non sarà arrivata ai
politici ma si è diffusa, e dà a chi crede nei fondamenti democratici di una società
moderna indicazioni molto chiare per il futuro.
Come ci ha insegnato Tullio De Mauro, il requisito indispensabile e irrinunciabile per
una scuola all’altezza dei compiti che la aspettano è il carattere democratico
dell’accesso all’istruzione: solo chi è padrone degli strumenti necessari può esercitare i
suoi diritti di cittadino italiano. E la battaglia per avere gli strumenti (anche informatici,
fra l’altro) è la battaglia per il futuro dei nostri ragazzi. Il GISCEL si trova proprio in
prima linea su questo fronte caldissimo.
Lavorare per dare corpo a quanto è previsto dallo Statuto del GISCEL, adattandolo a
questo momento particolare, mi pare dunque il modo migliore di ricordare Tullio De
Mauro: mettere a frutto i suoi insegnamenti, lavorare in modo non tanto parallelo
quanto intrecciato sulle due direzioni dello Studio e dell’Intervento che sono nello
stesso acrostico della nostra Associazione, studiare e operare, res et opera. Con
l’impegno e l’urgenza richiesti da una situazione drammatica, ma con lo sguardo lungo
su un futuro per il quale dotare i nostri studenti della capacità di comprensione e
produzione linguistica, del dominio dei meccanismi della comunicazione, della presa di
coscienza “del carattere stratificato e vario della realtà sociolinguistica” (come dice lo
Statuto).
Quest’anno potremmo ricordare il 5 gennaio 2017 con questi propositi, anzi con questi
programmi di lavoro. Credo che a Tullio non dispiacerebbe affatto.
https://giscel.it/il-giscel-tutto-ricorda-tullio-de-mauro/