La rivista VITA SCOLASTICA dedica un ricordo a Tullio De Mauro a firma di Silvana Loiero.
UN RICORDO DI TULLIO DE MAURO, CON RODARI E TOGNOLINI
Nelle “Novelle fatte a macchina” di Gianni Rodari è il Professor De Mauris, docente di linguistica e suonatore di strumenti a percussione. In “Cantoparlante”, di Bruno Tognolini, è il famosissimo e sapientissimo Professor Giulio Mamauro; i due bambini Cercatori del Martedì Perduto, Anna e Zeno, lo incontrano nel Regno di Cantoparlante, con sottobraccio il suo Vocabolauro, in missione anche lui in quel regno in cerca delle Parole Perdute.
In entrambi i casi, il personaggio a cui i due scrittori fanno riferimento è Tullio De Mauro: in tempi diversi, hanno voluto rendergli omaggio per il suo importante lavoro come linguista facendolo diventare protagonista nei libri scritti per ragazzi.
Bruno Tognolini, nel 2012, ha anche scritto una poesia per i suoi 80 anni (poi pubblicata in Rime Raminghe, Salani), in cui parla dell’importante lavoro fatto da De Mauro con le parole:
[…]
E allora grazie per averle custodite
Contale ancora, fino all’ultima che arriva
Le bocche muoiono
La lingua è viva
Oggi, a distanza di tre anni dalla scomparsa di Tullio De Mauro, i versi di Tognolini ci aiutano a ricordare quanto il linguista ha fatto nel corso di tutta la vita per proporre un’educazione linguistica non solo efficiente, ma democratica, cioè̀ mirante all’inclusione, al «non uno di meno». Un’educazione finalizzata a “consegnare ai ragazzi tutti gli usi della lingua, tutte le possibilità della lingua”, secondo la formula rodariana, per dare attuazione ai diritti linguistici garantiti dalla Costituzione, che sono parte integrante dei diritti di cittadinanza.
È importante tenero vivo il ricordo di De Mauro rileggendone i libri o riascoltandone le interviste: le sue parole ci aiutano a continuare a lavorare per migliorare il futuro della scuola e della società:
«Le diverse lingue, nel loro intreccio, nel loro oscillare, bisogna che tutti le possano conoscere e dominare per vivere da pari in questa società, non da sudditi, non da esclusi, non da reietti, ma da persone libere, partecipi all’elaborazione delle scelte della comunità».